lunedì 26 maggio 2008

Mario Galzigna

Da Ibridamenti

Maddalena mi dice: *Sto scrivendo un commento al libro di don fabri* (così lo chiamiamo tra di noi)...
Scuoto il capo. Ci risiamo, dico. Un nuovo *agìto*, una nuova iniziativa, tra le tante collegate a questo nostro maledettissimo [:-)] blog (Ibridamenti), che rende il mio *accesso* a madmapelli sempre più arduo, sempre più difficoltoso...
Mad esce con la bambina: il suo vero ancoraggio al mondo dei viventi...
Lascia il libro di don fabri sul letto, con dei postit verdi che sbucano fuori dalle pagine, quasi a promettere ricche esegesi, commenti, annotazioni...

Incuriosito da tanta *dedizione*, un po' insospettito dal titolo, evocatore di fantasmi religiosi a me estranei, apro il piccolo libro. Leggo prima i passi sottolineati da mad, o commentati nei postit verdi. Ma sùbito abbandono questa postura troppo familiarista e comincio a leggere. Vengo, debbo dirlo, immediatamente travolto dalla lettura (alla quale, non ultima, mi sprona la prefazione dello stimatissimo Remo Bassini)...

Microstorie, riprendo Bassini, sospese tra la disperazione e la speranza. Microstorie attivate non dalla fantasia, ma dal ricordo, da una memoria partecipe e dolente.
Microstorie che mettono al centro della scena derelitti, emarginati: gli ultimi.
Microstorie che riportano frammenti di realtà: frammenti ricordati, rivissuti, con grande e commovente empatia. Non c'è la fantasia, certo, ma c'è un alone lirico - poetico, empatico, ricco di partecipazione umana e affettiva - che dà colore e spessore a queste microstorie.
I paria, i "suppliziati del linguaggio" (Antonin Artaud), solitamente esclusi dal registro della parola, trovano qui un luogo in cui, direttamente o indirettamente, si riprendono la parola che è stata loro negata...

Andrebbe aperto, anche qui - perchè no? - un bel dibattito sulla visione laica di concetti come spiritualità, trascendenza, empatia.
Trascendenza: movimento che mi porta fuori da me, verso l'altro.
A don fabri dico che discutendo su queste cose troveremmo - ne sono certo - non solo differenze, ma anche punti di incontro e territori di possibile condivisione...

Grazie per questo tuo lavoro, don fabri.
Mario Galzigna