martedì 2 settembre 2008

Alessandro Zaccuri

Di solito sono gli altri, i non consacrati, a tenere il diario dei
preti: l'indimenticabile Bernanos, il dimenticato Lisi, il sempre
riscoperto Bruce Marshall. Questa volta, però, Fabrizio Centofanti – sacerdote della diocesi di Roma – ha deciso di provvedere direttamente. La sua Guida pratica all'eternità, che di fatto costituisce un esordio narrativo, è un journal come se ne possono scrivere oggi: frammentario, allusivo, alla continua ricerca di un punto di equilibrio e consistenza che, prima
ancora di essere enunciato con chiarezza, viene percepito dal lettore
quale dimensione interiore, sguardo, attesa. Succede così nella parte
centrale del libro, occupata dai ritratti dei tanti sbandati che, per
vie diverse, intrecciano la loro storia con quella di don Mario, il
parroco impegnato sul fronte della droga e dell'emarginazione al
quale, una notte, vengono appiccate le fiamme. Il 'prete bruciato' è
la manifestazione più visibile di quel principio di unità e di
coerenza che Centofanti delinea con maggior precisione, ma senza
rinunciare alle sfumature di una scrittura mai perentoria, nei
'quadretti' in cui descrive la vita quotidiana di un sacerdote di
oggi.
Originariamente apparsi in rete su 'Nazione Indiana', questi ultimi
testi rappresentano fra l'altro una testimonianza del lavoro che lo
stesso Centofanti svolge attraverso il blog collettivo 'La poesia e lo
spirito' (http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/), punto di riferimento sui temi legati al dialogo fra letteratura e spiritualità.
Un impegno che nasce da lontano, come suggerisce un altro dei
racconti, nel quale Centofanti ricorda il suo iniziale lavoro come
studioso dell'opera di Clemente Rebora, uno dei massimi poeti del
Novecento, sacerdote a sua volta e autore – non a caso – di versi che
si prestano a essere letti proprio come straordinario diario di
un'esperienza di fede e abbandono in Dio. Rebora, per Centofanti, era
infatti «il poeta che aveva saputo rinunciare persino alla poesia, vincendo l'ultima partita con uno scacco matto all'Avversario». È, in altre parole, un testimone e un modello non meno impegnativo del già ricordato 'prete bruciato', che Centofanti si premura di identificare in don Mario Torregrossa, il sacerdote romano rimasto invalido dopo il
terribile agguato incendiario subìto nel novembre del 1996. Anche per
questo, come osservano sia Remo Bassini nella prefazione sia Riccardo
Ferrazzi nella postfazione, i «racconti fra cielo e terra» lasciano intravedere un disegno più ampio e complesso. In una prospettiva letteraria, certo. Ma anche – e anzitutto – cristiana.
Fabrizio Centofanti
Guida pratica all'eternità
Racconti fra cielo e terra
Effatà. Pagine 96. Euro 9,00

Pubblicato su Avvenire del 2 settembre 2008